Cinema: saggi e recensioni

Recensioni cinematografiche

Piccola selezione delle tante recensioni, a breve raccolte in un volume, che testimoniano la lunga e fitta collaborazione di Serena D’Arbela col periodico dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), Patria Indipendente, pubblicate a partire dal 1965, fino all’attuale edizione on line. Racconta Serena: «Sulla rivista ho scelto di recensire volta a volta, sempre intorno al tema centrale della Resistenza, film italiani e stranieri che ritenevo significativi per i contenuti sociali, storici o comunque rilevanti, sia dal punto di vista estetico che per un giudizio sulla società, per personaggi emblematici contemporanei o del passato, attori, registi, artisti, uomini politici».

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Copertina dedicata al 25 aprile della rivista dell'ANPI, Patria indipendente

Lo sguardo acuto del cinema

Questa raccolta nasce per sottolineare la funzione incisiva del cinema al di là del puro intrattenimento, la possibilità di coinvolgere lo spettatore nei fatti del presente e della Storia e nei suoi protagonisti. Il testo comprende varie mie recensioni, raggruppate per temi, pubblicate nel corso degli anni (1975-2023) sul periodico dell’ANPI, Patria Indipendente. Nelle trame scelte troverete argomenti ancora scottanti fonti di discussione: il dramma della guerra, l’Olocausto, l’antisemitismo e ogni tipo di  persecuzione ed  intolleranza, la Resistenza, il nazifascismo, i diritti della donna, le tragedie della emigrazione, il terrorismo, le ingiustizie  e contraddizioni  della società, i grandi problemi umani come quello del fine vita, il potere liberatorio dell’Arte e anche profili di protagonisti dello schermo che hanno lasciato un segno nella cultura e ci aiutano  a capire l’attualità.

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Nuovo cinema polacco. Da Wajda a Zanussi al quarto cinema.

Edizioni Napoleone, Roma 1981

Il saggio fa conoscere al nostro pubblico autori come Piotr Andrejew, Filip Bajon, Feliks Falk, Agnieszka Holland, Krysztok Kieslovski, Janusz Kijowski, Antoni Krauze, Marek Piwovski, Barbara Sass, Janusz Zaorski ed altri. È una nuova generazione di cineasti legati alla realtà inquieta del Paese, nati nel socialismo, che coglie le ansie e gli umori reali della società. Il nuovo cinema lancia un messaggio che valica i confini dell’arte e dello spettacolo e diviene fermento e verifica, ricerca della verità. I nuovi registi portano sullo schermo interrogativi sui meccanismi del potere, in Polonia, sulla riaffermazione di principi morali e ideali nella sfera del cittadino, sulla dimensione femminile, sull’inquietudine giovanile registrando le angosce del mondo contemporaneo e i desideri di cambiamento..

Copertina del saggio cinematografico Nuovo Cinema Polacco

Messaggi dallo schermo. Cinema cecoslovacco degli anni ottanta.

Edizioni Riuniti, Roma 1986

Questo saggio rompe il silenzio sceso sul cinema cecoslovacco reso celebre dalla Nova Vlna, la nuova ondata degli anni 60, ma penalizzato dagli avvenimenti della normalizzazione del 1968. e vuole disseppellirlo dando un’idea della situazione reale della produzione e degli autori. Molti registi della generazione di Forman e Nemec (emigrati) sono rimasti nel Paese e lanciano messaggi sul potere, sulla vita quotidiana, sui giovani e sulle donne, a volte metaforici e sotterranei a volte espliciti entro i limiti di una comprensibile autocensura, a volte indiretti e trasversali annidati nei generi storici o comici. Tra di essi la Chytilova, Jires, Lipsky, Menzel, Kachyna, gli slovacchi Jakubisko. Uher e nomi nuovi come Kavciak, Soukup, Drha, Hanak Svankmajer, Trancik. Il libro cerca di mettere in luce queste voci filmiche questi talenti, da noi sconosciuti, cerca di decifrare le inquietudini segrete le allusioni a problematiche sociali, confrontandole con le nostre. Un filone vincente ed esemplare è il cinema di animazione per creatività arte e libertà di linguaggio artistico e metaforico e grazie a maestri del disegno, dotati di fine ironia.

Copertina del saggio cinematografico Messaggi dallo schermo

I maestri di Praga, cinema cecoslovacco di animazione anni ’80.

Edizioni ISCA, Milano 1989

Panoramica del cinema d’animazione ceco e slovacco da Jiri Trnka a Jiri Barta, da Adolf Born a Jan Svankmajer, da Jiri Brdecka a Viktor Kubal ed altri. È un quarantennio di meravigliose fiabe, apologhi, parodie, metafore filosofiche, satire. Dall’insieme di questa produzione creativa, lo spettatore può avere un’idea dell’impegno stilistico e professionale di questo filone, ma soprattutto dell’elevato retroterra culturale che va oltre i confini strettamente filmici. È un cinema raffinato che si ispira all’arte, la filosofia, la scienza. È fatto di contenuti, non solo di traiettorie cinetiche e di puro divertimento.

Copertina del saggio sul cinema d'animazione cecoslovacco I maestri di Praga

Valeria ed io. Noi due - gemelle- un binomio. Questo sito è dedicato alle nostre esperienze artistiche parallele e ai legami fra queste esperienze. Siamo cresciute insieme, abbiamo scritto insieme la nostra vita per tutta l’adolescenza e nell'età adulta. Sempre amiche, sempre solidali.

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